Il dente blu!
C’entrano un re danese del Medioevo e forse un mal di denti, oppure dei mirtilli.
Tutti sanno cosa sia o per lo meno a cosa serva ma non a tutti è noto perché il Bluetooth si chiami così e che cosa c’entri un “dente blu” con la trasmissione dati via radio.
Nel 1996 un consorzio delle allora più grandi aziende del settore tecnologico, Intel, Ericsson, Nokia e solo in un secondo momento IBM, si impegnò per la costruzione di un nuovo standard per la trasmissione di dati senza fili a corto raggio, in modo da potere mettere in comunicazione dispositivi tra di loro senza particolari ostacoli dovuti alle differenze di marche.
Il lavoro per la creazione del nuovo standard ovviamente non fu affatto semplice e richiese diverso tempo e la collaborazione di tecnici ed ingegneri delle aziende coinvolte. Una sera, nell’estate del 1997 a Toronto, l’ingegnere di Intel Jim Kardach uscì per bere qualcosa insieme a Sven Mattisson, un suo collega impiegato di Ericsson.
I due chiacchierarono a lungo e ad un certo punto si misero a parlare anche di storia.
Mattisson aveva appena finito di leggere “Le navi dei vichinghi”, un libro che tra le altre cose parlava dei viaggi dei guerrieri danesi durante il regno di Aroldo I Dente Blu di Danimarca.
Tra i personaggi più popolari della storia danese, regnò tra il 940 e il 986 circa in Danimarca e Norvegia, riuscendo infine a unificare buona parte della Scandinavia; portò inoltre avanti la conversione verso il cristianesimo del popolo danese. Come accadeva spesso nel Medioevo, anche re Aroldo I era conosciuto con il soprannome blátǫnn, che significa appunto “dente blu”.
Non si sa di preciso perché fosse chiamato così, ma secondo diversi studiosi aveva probabilmente un dente malato (forse non vitale), che appariva più scuro degli altri.
Ma ci sono diverse altre teorie, dal fatto che indossasse spesso abiti blu a quello difficile da verificare che fosse ghiotto di mirtilli, che tendono a macchiare i denti.
Ispirato dalla conversazione sulla storia della Danimarca con Mattisson, Kardach in seguito lesse un libro sul tema imparando altre cose su Dente Blu.
In un articolo pubblicato molti anni dopo l’introduzione del Bluetooth, Kardach spiegò l’illuminazione che ebbe da quella lettura: “Aroldo I aveva unito la Danimarca e aveva cristianizzato i danesi! Mi resi quindi conto che il suo soprannome sarebbe stato ideale per dare un nome al progetto cui stavo lavorando”.
Kardach illustrò la sua idea di chiamare il sistema Bluetooth a una riunione con alcuni responsabili del marketing, ma in quell’occasione si decise di tenere il nome solo provvisoriamente in attesa di qualcosa di meglio.
Quando il sistema era quasi del tutto pronto, i partecipanti al progetto scelsero la proposta portata avanti da IBM di chiamarlo PAN (Personal Area Networking). Ma il nome era troppo generico e rischiava di causare problemi legati ai marchi di fabbrica di altri prodotti già esistenti.
Alla fine fu mantenuto Bluetooth ma sempre con l’idea di cambiarlo il prima possibile, cosa che poi non avvenne perché il nome riscosse in poco tempo un grande successo.
Per il logo stesso del Bluetooth si scelse di ricorrere alla cultura e alla storia della Scandinavia. Il logo che tutti hanno imparato a riconoscere è il frutto della combinazione di due “rune”, i segni dell’alfabeto segnico usato dalle antiche popolazioni germaniche. Le rune ᚼ e ᛒ fanno riferimento alle iniziali di re Aroldo I Dente Blu e combinate insieme portano al logo del Bluetooh. L’unione delle due rune allude efficacemente all’idea alla base del sistema: mettere insieme e far comunicare milioni di dispositivi, costruiti da centinaia di aziende diverse in giro per il mondo.
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