Il legame tra un sorriso umano e lo spidocchiamento scimmiesco!
“Il riso abbonda sulla bocca degli stolti” amava ripetere la mia insegnante di matematica al liceo, davvero motivante per il benessere psicofisico di noi alunni amanti di giochi e scherzi, oserei dire, naturali per giovani di una certa età!
Ma perché sorridiamo? E quante volte al giorno lo facciamo? Oserei dire che un sorriso potrebbe migliorare la giornata. Vedere una persona che sorride attiva le endorfine che alleviano lo stress e ci fanno tranquillizzare, questo è il motivo per cui siamo attratti dalle facce sorridenti!
Inoltre siamo chimicamente predisposti a ricambiarlo grazie all’attività dei neuroni specchio, che determinano una reazione immediata di imitazione.Tutti sappiamo come si fa! Ma perché? Perché si è sviluppato questo meccanismo? Perché il nostro cervello reagisce così positivamente ad un semplice movimento delle labbra? Insomma, perché è così bello sorridere?
Per rispondere a questa domanda bisogna partire da molto lontano, precisamente da quegli anni in cui vivevamo nudi nelle foreste, mangiando banane e spidocchiandoci con amore! Proprio lo spidocchiamento era uno dei passatempi preferiti dei nostri progenitori scimmieschi, prima che perdessimo la nostra pelliccia e diventassimo “Homo sapiens”.
Tutt’ora i primati continuano a spidocchiarsi ma questa azione, al contrario di quanto si possa pensare, non è solo una questione igienica e raramente si fa da soli. Tra i primati infatti si è sviluppata la “pulizia sociale” cioè un sistema amichevole di aiuto reciproco che permette di mantenere sia una adeguata igiene sia i rapporti sociali, spesso le scimmie si puliscono vicendevolmente senza che ci sia un naturale bisogno, i suoi motivi sono molto più sociali che cosmetici.
Questo perché la pulizia sociale è un’attività basata sulla collaborazione e non sul aggressività, sostanzialmente se ti pulisco è perché voglio essere tuo amico, non sono ostile nei tuoi confronti! È un modo come un altro per fare amicizia tra scimmie.
Tuttavia sarebbe molto pericoloso farsi avvicinare così tanto da uno sconosciuto senza prima aver valutato le sue intenzioni: quando una scimmia pulitrice avvicina una scimmia da pulire, la prima segnala le sue intenzioni schioccando le labbra e tirando fuori la lingua tra uno schiocco e l’altro, simulando l’atto di mangiare pidocchi e frammenti di pelle morta (cosa che farà poi nella pulizia), l’altra scimmia comprende le intenzioni non aggressive e accetta la pulizia esponendo la parte da pulire.
Quindi per le scimmie questo strano movimento delle labbra è un segnale di non aggressività che si potrebbe tradurre con “Ehi amica scimmia ti voglio spulciare perché voglio essere tua amica”. Ogni animale sociale ha bisogno di un messaggio di non aggressività: i cani scodinzolano, i gatti si rovesciano, le scimmie schioccano le labbra.
Purtroppo noi ominidi non abbiamo più la pelliccia e non ci possiamo più spulciare ma questo movimento delle labbra è rimasto, seppur mutato dall’evoluzione, nel linguaggio della nostra specie; tutt’oggi quando vogliamo mostrarci non aggressivi o vogliamo fare amicizia sorridiamo!
Questo è il nostro messaggio di non aggressività, il nostro modo per segnalare ai nostri simili che abbiamo delle buone intenzioni. Ora che sappiamo cosa vuol dire il messaggio “sorriso” sono chiari i motivi delle reazioni, citate prima, che il nostro cervello produce spontaneamente: ci tranquillizziamo perché non abbiamo di fronte un nemico, siamo predisposti a ricambiarlo perché così instauriamo un rapporto d’amicizia che è funzionale alla nostra sopravvivenza sociale (pensate a quanto dà fastidio un sorriso non ricambiato).
Un sorriso non costa nulla e produce molto, arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona.